Ponte Milvio: per gli innamorati e gli appassionati di storia

Roma: lucchettomania a Ponte Milvio
Diario di: Redazione GoTellGo
Autore: Redazione GoTellGo
Goteller: Redazione GoTellGo
Categoria:
Creato il: 22/05/2010
Data Da: 01/10/2009
Data A: 01/10/2009
Licenza: Creative Commons License
Nazioni: Italy
: roma
Posti visitati: Ponte Milvio
Parole chiave: lucchetti, lucchettomania, innamorati

Il "Ponte dei Lucchetti" è diventato un "must" per tutti gli innamorati, ma è anche un ponte ricco di storia che nell'antichità costituiva uno dei più importanti punti di approdo lungo il Tevere.

 

Per una coppia di giovani innamorati, una passeggiata a Ponte Milvio è ormai divenuta d'obbligo, a seguito della pubblicazione dei romanzi di Gianno Moccia e del film "Ho voglia di te", dove i due protagonisti Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, attaccano il lucchetto della moto al terzo lampione del ponte, per giurarsi amore eterno…

In realtà, in Italia la "lucchettomania" risale a Merano, dove i militari che terminavano il servizio di leva attaccavano un lucchetto lungo il ponte sul Passirio. E analogamente i militari dell'Accademia di San Giorgio alla Costa solevano attaccare i lucchetti su Ponte Vecchio a Firenze.

Ma la tradizione di attaccare lucchetti sembra si sia sviluppata addirittura in Cina nel secolo scorso nella zona del lago di Qiandaohu, a 250 km da Shangai (nella Provincia del Zhejiang), mentre in Europa la moda è nata negli anni Ottanta, nella cittadina ungherese di Pecs.

I lucchetti di Ponte Milvio vennero incredibilmente trafugati e poi ritrovati nell'aprile 2005.

Se per caso non avete il vostro lucchetto, è molto probabile che gli ambulanti della zona ne abbiano un vasto campionario in vendita.

Se poi volete saperne di più sulla storia del ponte, eccovi serviti:

Noto nei secoli attraverso le forme "Molvio", "Mollio", "Molle", Ponte Milvio, costituiva una delle poche aree di attraversamento del fiume a Nord di Roma, punto obbligato di passaggio per l'imbocco in città delle via Flaminia, Clodia e Cassia. Le fonti tramandano che il censore Marco Emilio Scauro fece costruire il ponte nel 109 a.C., anche se molto probabilmente doveva già esistere una struttura più antica.

Ponte Milvio rappresentava certamente uno dei più importanti punti di approdo lungo la catena di scali che si snodavano sulle sponde del fiume. Tacito (Ann., XIII,47) ricorda la zona come ricca di taverne e lupanari. Dalle emergenze archeologiche rinvenute è lecito immaginare in quest'area un'intensa attività di marinai e scaricatori, collegata ad operazioni di ridistribuzione del traffico mercantile per via fluviale, certamente notevolmente alimentato dal trasporto dei prodotti provenienti dallo sfruttamento delle piane agricole a Nord di Roma e destinati per la maggior parte all'approvvigionamento dell'Urbe.

Il ponte, costituito da 5 piloni su cui poggiano 6 archi, presenta il nucleo interno dei pilastri in tufo di Grotta Oscura, mentre l'esterno è in pietra sperone mista a tufo dell'Aniene.

Cassio Dione ci narra che, nel 27 a.C., il Senato di Roma fece erigere presso il ponte un arco, oggi scomparso, in onore di Augusto, per celebrare il riassetto della via Flaminia, promosso e finanziato dall'imperatore stesso.Da una pianta prospettica di Roma, dipinta da Taddeo di Bartolo nella Cappella interna del Palazzo di Siena nel 1414, certamente ispirata ad una veduta più antica, sappiamo che il ponte, in epoca medievale, sorreggeva tre torri, due alle estremità ed una al centro. Esso comunque venne completamente ristrutturato in epoca rinascimentale da Niccolò V e Callisto III, il quale fece erigere il torrione quadrato ancora visibile, in cui Pio VII ricavò successivamente l'attuale arco di passaggio. Nel corso del XIX secolo ulteriori restauri vennero realizzati dal Valadier e da Francesco Azzurri.

Gli argini alle testate del ponte presentano ancora, su ambedue i lati, opere di contenimento e banchine di magra e di approdo in opera quadrata di tufo e travertino. Sulla riva destra, in particolare, è ancora visibile un cippo della perimetrazione di sponda dei censori del 55-54 a.C; si notano, inoltre, resti della strada carraia di alaggio in blocchi di basalto, nonché diversi sbocchi di opere idrauliche. Sulla riva sinistra, pochi metri a monte del ponte, si conservano ancora i resti di un mausoleo in opera reticolata.

In periodi di altà piovosità, è uno spettacolo andare a vedere le arcate del ponte, quesi completamente ostruite.

 

 

Immagini associate

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