Il paese dove non si muore mai è un romanzo di formazione frammentario e un po' trasognato, perché procede attraverso i ricordi di una ragazzina (alter ego dell'autrice) che cresce nell'Albania comunista di Hoxha. Questo libro è un atto d'accusa. Una critica alla morale del popolo albanese, maschilista e violenta, che spegne tutto ciò che di bello, tutto ciò che di spontaneo c'è nella vita di una ragazzina. Ma questo libro anche un atto d'amore. Amore per il cielo d'Albania, per il suo clima gentile, per le sue donne operose. E amore per i libri, anche, adorati dalla narratrice e da alcune dei personaggi più romantici del libro. Il libro è scritto in un bell'italiano, a volte imperfetto, spesso ricreato. L'autrice del resto è una giramondo: nata a Tirana, ha studiato a Milano e ora vive in Francia. Einaudi ha pubblicato anche un altro romanzo breve, La mano che non mordi.