Il lago di Fondi

Lago di Fondi
Autore: Redazione GoTellGo
Creato il: 06/09/2009
Data Da: 19/05/2006
Data A: 19/05/2006
Pubblicato: Si
Licenza: Creative Commons License
Nazioni: Italy
: fondi
Parole chiave: spinarelli, carpa, tinca, cefalo, spigola, cormorano, airone cinerino, airone bianco, canapiglia, oca selvatica, marzaiola, svasso, bufali

 

 

Il lago di Fondi, anticamente più esteso, è il più ampio, dopo quello di Fogliano, tra i laghi costieri del Lazio; è caratterizzato dalla Torre del pesce ed è ricco di flora e di fauna acquatica. Le rive sono frastagliate, ricche di cannucce e di falasco. Con un perimetro di 24 chilometri, ha una superficie di kmq 4,600 e una profondità media di 7 metri, di forma semilunare convessa verso nord.

E' un lago salmastro, formatosi, come quelli pontini, per sbarramento causato da un cordone di dune.

Alimentato da vari fossi e sorgenti che sgorgano ai pedi degli Ausoni, comunica con il mare per mezzo dei due canali emissari di Sant'Anastasia e di Canneto, tra i quali si estende il cosiddetto Salto di Fondi, una striscia sabbiosa in parte coperta da pini e altre piante, resti di una foresta molto più antica.

Anticamente era chiamato Amiclanus perché nei suoi pressi sorgeva la città di Amiclae, ora scomparsa. Il lago era noto per le isole galleggianti e per l'abbondantissima pesca. Fino a ieri ricco di cefali, di spigole ed altri pesci, oggi lo specchio lacustre soffre purtroppo i problemi legati all'inquinamento. Ancora oggi, comunque, costituisce uno degli esempi più significativi e tipici di zona "umida".

E' un paradiso per gli amanti di botanica, perché vi è stata documentata la presenza di ben ottanta specie diverse arbustive, alcune particolarmente rare perché in via di estinzione. Per gli amanti di zoologia, la fauna ittica è molto variegata: nel lago sono presenti 16 specie di pesci, alcuni tipici di acqua dolce, altri di acqua salmastra e salata.

I più comuni sono:

1) lo spinarello, caratterizzato dal possedere tre spine sul dorso. Il ventre del maschio è rosso durante l'epoca della riproduzione. Vive nell'acqua molto bassa

2) la carpa, dal corpo robusto, compresso lateralmente, ha un aspetto lievemente gobbo

3) la tinca, dal corpo alto, pesante, tozzo, nuota in acque calme, ricche di vegetazione; è timida e pigra e tende a rimanere nascosta nel fondale molle e fangoso, dove la si può scoprire per le bolle che risalgono in superficie. In inverno si iberna passivamente e smette di nutrirsi. E' tenera e gustosa, Anche se ha un sapore fangoso

4) il cefalo, dal corpo robusto e compresso, col il muso smussato e denti fitti sulle mascelle

5) la spigola, nota anche col nome di branzino, ha corpo lungo e slanciato. I giovani sono gregari e formano grandi branchi. E' un pesce molto spinoso e predatore. La qualità delle carni è eccellente.

 

L'area del lago di Fondi è anche un paradiso per gli amanti di ornitologia. Non è difficile avvistare:

1) il cormorano, uccello acquatico specializzato nella pesca subacquea, in cui utilizza le zampe come remi e la coda come timone. Il piumaggio non è impermeabile per essere agevolato nei tuffi. Si nutre di pesci e crostacei. Forma coppie stagionali e nidifica in colonie sugli alberi. costruendo con rami un rozzo nido. Specie minacciata

2) l'airone cinerino, vive nelle zone umide, è cacciatore vagante e da appostamento. Si ciba di pesci, anfibi e o altri piccoli animali. Forma coppie stagionali- Costruisce il nido, fatto di rami, in colonie sulla cima di alti alberi

3) l'airone bianco, cattura le prede con spostamenti veloci e furtivi. Caccia normalmente in luoghi aperti su prati allargati, ai margini dei corsi d'acqua. Si nutre di pesci, insetti e piccoli mammiferi. Nidifica in coppie isolate e in colonie, costruendo il nido nel fitto dei canneti.

4) la canapiglia, si immerge con il capo e filtra l'acqua  per nutrirsi. Si ciba di piante acquatiche  e di piccoli invertebrati acquatici. Forma coppie stagionali che costruiscono il nido all'asciutto, nel fitto della vegetazione

5) il codone, si procura il nutrimento in acqua e sulle dune. Forma coppie stagionali e nidifica sul terreno all'asciutto, allo scoperto su terreni agricoli e prati

6) l'oca selvatica, esclusivamente vegetariana, si nutre di piante erbacee, legumi, piccoli arbusti, radici, semi e tuberi. Forma coppie fisse per tutta la vita. E' l'antenata dell'oca domestica

7) la marzaiola, un'anatra di superficie, che frequenta corsi d'acqua ricchi di nutrimento e vegetazione riparia. Sverna in Africa. Si ciba di piante acquatiche e piccoli invertebrati acquatici. Il nido viene costruito sul terreno, nascosto tra l'erba asciutta o nei cespugli

8) lo svasso, in livrea nuziale, è riconoscibile per il pennacchio castano e nero ai lati della testa. Si ciba di pesci, insetti acquatici, larve, gamberi e girini. Il nido galleggiante si trova al bordo degli specchi d'acqua, tra le canne

9) il moriglione, vive in acque calme ricche di cibo, poco profonde e cricondate da canneti. Si alimenta di larve di zanzara e parti di piante. Nidifica sul terreno vicino all'acqua, generalmente nel fitto del canneto.

I bufali

Fra la ricchissima fauna delle paludi, il bufali era tra le specie più rappresentative, quasi il simbolo di queste distese acquitrinose nelle quali si muoveva il branco. Sombart così descrive: "Il bufalo non esiste quasi più nella campagna romana. Solo la fantasia del poeta o del pittore, vuol ritrovare questo animale nel nostro territorio, mentre è storicamente provato che anche nei tempi in cui questa razza fu prospera, essa abitò esclusivamente i terreni paludosi lungo il litorale. Del resto, il bufalo è un animale quasi palustre, introdotto in Italia verso il 600, sotto il dominio di Agilulfo re dei Longobardi; è un animale che vive nelle pianure paludose, in mezzo ai canneti e alle piante acquatiche".

Fra i vari lavori svolti da questi fieri animali ve n'era uno molto impegnativo, la pulizia dei canali. La grande quantità di erbe palustri che cresceva nei canali navigabili rendeva faticoso e difficile lo spostamento dei "sandali", le caratteristiche chiatte dal fondo piatto che venivano sospinte con l'ausilio di una pertica, la stuzza, conficcata nel fondo melmoso dei corsi d'acqua. Il branco veniva fatto scendere in acqua e inviatato a camminare, facendo uso della stuzza sulla testa degli animali. Nello stesso modo veniva praticata la pesca nei canali, mettendo delle reti di sbarramento, a monte delle quali gli animali cominciavano a spostarsi costringendo a spostarsi verso le reti i pesci che popolavano le paludi.

Immagini associate

Lago di Fondi
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Lago di Fondi
Lago di Fondi: Porta Epitaffio
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Lago di Fondi: Porta Epitaffio
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Lago di Fondi: Portella
Lago di Fondi: Portella
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Lago di Fondi: sepolcro romano
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Lago di Fondi: sugheri
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Lago di Fondi: Torre Epitaffio
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_LagoFondi-Portella