Itinerario napoleonico

Creato il: 29/09/2009
Data Da: 25/09/2009
Data A: 25/09/2009
Pubblicato: Si
Licenza: Creative Commons License
Nazioni: Italy
: portoferraio
Posti visitati: Palazzina dei Mulini, Villa San Martino, Galleria Demidoff, Teatro dei Vigilanti, Chiesa della Misericordia
Parole chiave: Napoleone

Palazzina dei Mulini

Simboleggiava la vita pubblica dell’imperatore. Realizzata riutilizzando e trasformando edifici di origine medicea, prende il nome dai mulini che rifornivano l’antica piazzaforte. La residenza dell’imperatore era situata in un edificio settecentesco, ex sede dell’Artiglieria e del Genio, costituito originariamente da due padiglioni ai lati di un corpo centrale, che Napoleone fece sopraelevare per destinarvi il grande salone delle feste. Verso la punta del bastione, in direzione dei mulini, un piccolo teatro settecentesco, realizzato a uso della guarnigione e poi adibito a caserma e carcere, venne ristrutturato con una serie di piani mobili per essere sfruttato come sala da pranzo e ricevimento, con pitture di Vincenzo A. Revelli. Sul retro della villa si trovavano diversi giardini e piccoli edifici annessi. È famoso il viale di aranci che Napoleone fece allestire con essenze acquistate a Genova e a Firenze da Hollard, giardiniere della sorella Elisa. Le trasformazioni architettoniche vennero progettate da Paolo Bargigli, l’unico tra gli architetti italiani del periodo imperiale che decise di seguire Napoleone all’Elba. Il corpo di collegamento tra la palazzina e il teatro venne realizzato successivamente, con il ritorno dei Lorena, mentre la Colombaia sul limite del bastione risale al periodo tra le due guerre, quando venne utilizzata come stazione per i piccioni viaggiatori. I mobili e gli oggetti di arredo esposti nella palazzina non sono quelli originari, ma provengono da raccolte di Palazzo Pitti e della Soprintendenza di Pisa.Nella Palazzina dei Mulini è tuttora conservata la prima bandiera napoleonica dell’isola d’Elba costituita da una fascia rossa in campo bianco con tre api dorate, simbolo dell’industriosità delle tre marinerie elbane.

 

Villa San Martino

Situata a 6 chilometri da Portoferraio, al termine di una deviazione della strada per Procchio, era la residenza privata di Napoleone, costruita ampliando e riadattando un edificio rurale a residenza di campagna. Si divideva in un piano principale a pianta quadrata con tetto a capanna e un piano seminterrato destinato ai servizi: tra questi, il cosiddetto “bagno di Paolina”, decorato con l’immagine della Verità e la scritta Qui odit veritatem odit lucem al di sopra della vasca marmorea. Il piano superiore ospitava le stanze dei dignitari francesi, l’appartamento di Napoleone con la nota biblioteca e due sale di rappresentanza: la “Sala del nodo d’amore”, con due colombi che tengono nel becco le estremità di un nastro e lo stringono allontanandosi in volo, e la “Sala egizia” con dipinti parietali ripresi da scene di un album da disegni sulla campagna d’Egitto.

Dopo anni di abbandono, a metà dell’Ottocento, il fiorentino Anatolio Demidoff, legato per un certo periodo in matrimonio a Matilde, cugina di Napoleone, decise di acquistare la villa e progettare un museo che raccogliesse i cimeli dell’imperatore: la cosiddetta Galleria Demidoff.

 

Galleria Demidoff

Progettata dall’architetto Niccolò Matas in pietra elbana, venne inaugurata il 4 dicembre 1859. La Galleria, in forma di tempio neoclassico con due bracci trasversali, venne costruita alla base del terrapieno che sorreggeva la villa e faceva parte di un apparato scenografico messo in risalto da un lungo viale di accesso in pendio. Al momento dell’inaugurazione, la Galleria ospitava cimeli dell’imperatore e della sua famiglia: quadri, stampe, oggetti d’arte, libri, gioielli e altro. Alla morte del Demidoff, la collezione venne purtroppo irrimediabilmente smembrata dal nipote Paolo. Ai primi del Novecento il piccolo museo ospitò una collezione di scienze naturali, anch’essa dispersa. Successivamente, in più fasi, il monumento è divenuto proprietà dello Stato.

Nel vestibolo centrale della Galleria è collocata la statua di Galatea, attribuita al Canova, per la quale posò Paolina Bonaparte.

 

Teatro dei vigilanti

Situato in via del Carmine, si tratta di un edificio costruito nel 1616 dal governatore Orazio di Borbone, ampliato successivamente dal granduca di Toscana Cosimo de’ Medici. In epoca napoleonica, l’imperatore volle donare lo stabile alla sorella Paolina, facendolo trasformare in teatro. Per fare ciò, il comune di Portoferraio invitò gli elbani a una sottoscrizione in cambio della proprietà di un palco. La sala venne decorata con fregi dorati, damaschi e velluto, mentre il sipario venne dipinto dal pittore Paolo Ravelli.

Dopo l’epoca napoleonica, il teatro è stato utlizzato molto raramente. Nel 1968 è stato acquistato dal comune che negli anni Ottanta ha avviato una campagna di restauri.

 

Chiesa della Misericordia

Nell’edificio secentesco lungo la scalinata della salita napoleonica, è custodita la maschera funebre di Napoleone. Dal 1852, il 5 maggio di ogni anno, per volere del principe Demidoff, viene celebrata una messa in omaggio all’imperatore defunto.