Vienna

04. Vienna. Il Palazzo della Secessione
Autore: Mari
Creato il: 02/09/2010
Data Da: 16/08/2010
Data A: 19/08/2010
Pubblicato: Si
Licenza: Creative Commons License
Nazioni: Austria
: wien
Posti visitati: Palazzo della Secessione, Hundertwasser Haus, Opera di Stato, Belvedere, Naschmarkt, Casa della musica
Parole chiave: Ballo delle debuttanti

Ed eccoci all'ultima tappa del viaggio. Due giorni e mezzo a Vienna.

Non facciamo un percorso studiato o mirato, ma selezioniamo una serie di luoghi d'interesse e per il resto giriamo in città in lungo e in largo con la bici.

E' giusto un primo assaggio di una città conosciuta troppo poco per essere apprezzata a sufficienza e che senz'altro merita una seconda visita per scoprirne gli aspetti più interessanti.

Per raggiungere la città, ogni giorno abbiamo preso sia all'andata che al ritorno il treno accanto al campeggio che in meno di venti minuti raggiungeva Franz-Joseph Banhof.

Il primo giorno siamo andati in centro costeggiando dapprima il Donau Kanal, decorato da un lato e dall'altro con graffiti colorati. Di tanto in tanto sono state allestite spiagge artificiali con tanto di sdraio e ombrelloni, lungo le banchine.

Dovunque ci sono strade con corsie riservate alle bici. Il primo monumento che andiamo a visitare è il palazzo della Secessione, progettato del 1897 dall'architetto Joseph Maria Olbrich, adepto delle tematiche secessioniste, per ospitare esposizioni non accademiche. L'edificio, che in origine era rosso, si distingue per la grande cupola traforata fatta di migliaia di foglie di lauro in rame ricoperte da lamine d'oro. All'ingresso campeggia la scritta che costituisce il motto della secessione: Ad ogni tempo la sua arte, all’arte la libertà” (Der Zeit ihre Kunst / der Kunst ihre Freiheit).

All'interno, unico motivo per cui vale la pena pagare il biglietto, andiamo a vedere la sala che ospita il fregio dipinto da Klimt nel 1902 in occasione della XIV esposizione degli artisti austriaci, dedicato all'interpretazione di Wagner della Nona sinfonia di Beethoven e raffiugurante l'aspirazione alla bontà.

All'interno dell'edificio è allestita una mostra di arte contemporanea con opere e installazioni più o meno interessanti. Come sempre, è quasi impossibile trovare un filo conduttore.

All'uscita della Secessione, un lungo viale ospita il Naschmarkt, vero e proprio mercato delle ghiottonerie. Numerosi ristorantini offrono menu diversi a viennesi e turisti, ma la vera è propria attrazione è costituita dalle decine di banchi che espongono leccornie e primizie di tutte le nazioni, presentate in modo superbo.

Oggi è 17, e nel primo pomeriggio ecco la prima sventura della giornata: il bancomat di Andrea viene inghiottito dal distributore che non lo restituisce. Prima lezione appresa: non prendere mai i soldi da un distributore che non sia all'interno di una banca.

Proseguiamo la passeggiata. Seconda tappa: Hundertwasser-Haus, nei pressi di Untere Weissgerberstrasse. Qui si trova un complesso di case popolari piuttosto bizzarre progettate da Friedensreich Hundertwasser (1928-2000), teorico del transautomatismo che che presuppone una serie di atti creativi automatici da parte dell’osservatore". Nella strada adiacente troviamo la Kunst Haus, dello stesso artista, dalle superfici vivaci e dalle forme irregolari che ospita un museo a lui dedicato. L'edificio, acquistato dal maestro, ospitava una fabbrica di mobili a legno curvo Thonet, che venne riadattata secondo lo stile di Hundertwasser, divenendo molto più appariscente, con elementi irregolari in vetro, metallo, mattone e legno e per le sue mattonelle di ceramica variopinte. Flavia commento dicendo che non è stato inventato nulla e che Gaudì era stato il precursore di questo stile.

Al termine della visita la seconda sventura della giornata: la chiave del lucchetto dei nostri compagni di viaggio si rompe prima di riuscire a slegare le bici. Pochi minuti e Marina come sempre risolve il problema trovando un barista che armato di pinza in pochi minuti riesce a spaccare il catenaccio. Seconda lezione appresa: non comprare mai lucchetti di seconda categoria. Non ci vuole nulla ad aprirli.

Il sole comincia a calare, ma approfittiamo delle ultime luci per tornare in pieno centro e costeggiare gli edifici dell'Hofburg, il palazzo imperiale che vide come ultimo occupante ufficiale proprio il grande imperatore Francesco Giuseppe. Non visitiamo il palazzo, ma leggo che si potrebbero visitare gli appartamenti reali. Francesco Giuseppe, a differenza della moglie Sissy, non amava gli sfarzi soprattutto in ambito privato: dormiva su un letto di ferro molto semplice, a colazione beveva caffè accompagnato da Semmel e una fetta di prosciutto e a pranzo si cibava di carne bollita. Aborriva anche l'uso di telefono, automobili ed elettricità...

Costeggiamo i giardini del Palazzo imperiale e il Parlamento e poco dopo parcheggiamo le bici nei pressi di un giardino che fiancheggia un grande slargo per una grande manifestazione dell'estate viennese, quando viene allestito un grande schermo dove vengono proiettati ogni sera concerti e opere diretti e interpretati da grandi protagonisti. Nell'area antistante è possibile bere e mangiare servendosi in numerosi chioschi con prelibatezze da tutto il mondo. Stasera optiamo per i dolci. Un chiosco cucina in grandi calderoni i tipici Marillen Knoedel, degli gnocchetti con semi di papavero e i Kaiserschmarren, accompagnanati naturalmente da apfelsaft.

Dopo cena, la terza sventura della giornata: i ladri rubano la bella bicicletta di Andrea. Era parcheggiata tra centinaia di altre, ma hanno avuto l'occhio esperto per individuare quella più bella e attrezzata. Non si sono nemmeno presi la bici di Simona, che era rimasta slegata dopo il furto. Terza lezione appresa: se hai una bella bicicletta legala a doppia catena d'acciaio, possibilmente in un posto poco affollato.

Dopo l'iniziale avvilimento, riprendiamo le bici rimaste e raggiungiamo la stazione per riprendere il treno per il campeggio. Quarta sventura della giornata: lo zaino di Andrea rimane sul treno, con dentro felpe e k-way. Quarta lezione appresa: il detto non c'è due senza tre va aggiornato, anche perché ho dimenticato di dire che nel pomeriggio Marina ha fatto una rovinosa caduta dalla bici e per miracolo non ha sbattuto la testa (e per fortuna che non andavamo nell'altra direzione, altrimenti sarebbe finita nel fiume). Quinta lezione appresa: forse che il 17 è effettivamente vero che sia meglio rimanere a casa?

Il giorno successivo - passato il fatidico 17 - inizia nel migliore dei modi e rusciamo a recuperare lo zaino di Andrea al lost and found della stazione Franz-Joseph.

Andrea affitta una bici dai "distributori automatici". Bighelloniamo lungo il canale cercando di andare a vedere un'altra opera di Hundertwasser, ma l'accesso è vietato.

Nel primo pomeriggio, partecipiamo a una visita guidata all'interno dell'Opera di Stato. E' interessante. Vediamo tutti gli ambienti, il palco reale, la sala privata dei reali, la platea, il palcoscenico, le quinte dove ogni giorno lavorano più di 100 tecnici con attrezzature modernissime. La guida ci racconta che vengono allestiti più di 250 spettacoli ogni anno, con una programmazione che varia ogni giorno. Venne costruita in stile neorinascimentale nella metà del XIX secolo, ma la realizzazione finale non incontrò il favore dell'imperatore e dei viennesi e uno dei due architetti si suicidò per il fallimento.

L'ultimo martedì del Fasching, il carnevale austriaco, la platea dell'opera (da un giorno all'altro vengono smontate e rimontate tutte le poltrone) ospita il Ballo delle debuttanti, una tradizione istituita nel 1877 per i giovani rampolli della nobiltà viennese. Ancora oggi l'evento è molto popolare e vi partecipano personaggi famosi, personalità politiche, famiglie aristocratiche, ricchi manager, insomma solo coloro che possono permettersi cifre da capogiro per vedere i propri rampolli ballare il valzer in una scenografia d'altri tempi.

Il resto del pomeriggio lo dedichiamo alla visita del Belvedere superiore, residenza estiva del principe e condottiero Eugenio di Savoia, uno dei capolavori di architettura barocca viennese. Al suo interno è stato allestito un museo con opere di Klimt (tra cui il "Bacio" e "Giuditta"), Kokoschka, Schiele e altre opere d'arte databili tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, tra cui anche alcuni impressionisti.

Una sorpresa è la visita della Casa della musica, situata nel palazzo Erzherzog Karl. Un allestimento su più piani consente di immergersi e conoscere i fenomeni acustici con più sensi. Musica e suoni non vengono solo ascoltati, ma visti, prodotti e toccati... Alcune sale espongono interessantissima documentazione multimediale sui musicisti che sono stati protagonisti della scena musicale viennese: Mozart, Beethoven, Shubert, Chopin, Mahler. Infine installazioni sofisticate consentono l'interazione con l'utente che può creare in un minuto uno spartito con un walzer inedito oppure dirigere un'orchestra con tanto di bacchetta.

Ceniamo nello stesso posto della sera precedente e per una mezz'ora ascoltiamo l'Aida in uno splendido allestimento scenografico moderno.

La giornata si conclude per fortuna senza disavventure.

La terza mattina, prima del rientro in Italia torniamo in città per la visita della cattedrale (Stephansdom) e del quartiere circostante. 

A metà pomeriggio, torniamo col treno a riprendere il camper, carichiamo le bici e ci mettiamo in viaggio per rientrare in Italia. L'uscita di Vienna è caotica, però poi il viaggio prosegue senza intoppi. Per tornare seguiamo l'itinerario Graz - Klagenfurt - Villach - Tarvisio - Udine - Venezia - Romea - Cesena - Passo dei Madrioli - Arezzo - A1.

Dormiamo alla stazione di servizio di Udine a arriviamo a destinazione alle quattro del pomeriggio del giorno dopo.

 

 

Immagini associate

01. Vienna. Graffiti lungo il fiume
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03. Vienna. Pista ciclabile
04. Vienna. Il Palazzo della Secessione
04. Vienna. Il Palazzo della Secessione
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05. Vienna. Passeggiata al mercato
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06. Vienna. Art nouveau
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08. Vienna. Hundertwasser
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