Fondi: la cittadina, il lago, la piana

Lago di Fondi
Diario di: Redazione GoTellGo
Autore: Redazione GoTellGo
Goteller: Redazione GoTellGo
Categoria: turismo culturale
Creato il: 22/05/2010
Data Da: 18/05/2006
Data A: 20/05/2006
Licenza: Creative Commons License
Nazioni: Italy
: fondi

Opulenta tra i suoi agrumeti, vigneti e oliveti, Fondi, celebre nell'antichità per il suo vino Cecubo, è adagiata in una fertilissima pianura tra i monti Ausoni e il Mar Tirreno, poco distante dal lago che porta lo stesso nome.

 

 

In epoche remote la piana era un'estesa palude, abitata da ogni sorta di animali acquatici e non, ed era infestata dalla malaria. Oggi, dopo le opere di bonifica iniziate con alterne vicende più di tre secoli fa e concluse dopo la fine della seconda guerra mondiale, la pianura si presenta attraversata da canali che permettono il drenaggio del territorio e lo rendono così fertile.

Nel litorale, lungo quasi undici chilometri, la costa è bassa, orlata da dune sabbiose che delimitano la spiaggia di sabbia finissima, una delle più lunghe ed interessanti di tutta la zona, perché è riuscita ostinatamente a conservare alcuni tratti selvaggi e incontaminati.

Tra le attività prevalenti, il commercio ortofrutticolo di importanza nazionale, l'agricoltura e l'artigianato.

Fondata secondo la leggenda da Ercole, in ricordo del luogo dell'uccisione del gigante Caco che gli rubò gli buoi, fu una delle principali città dell'antichissimo popolo degli Ausoni, ramo degli Osci.

Nella zona dei monti che dominano Fondi da nord è, secondo alcuni studiosi, il famoso passo di Lautalae, che dava accesso alla valle del fiume Sacco (antico Trerus), principale via di comunicazione romana con la Campania, prima dell'apertura dell'Appia.

Pare Fondi si fosse arresa volontariamente ai Romani, dai quali nel 338 a.C. ricevette la civitas sine suffragio (cittadinanza senza diritto di voto), nel 188 la piena cittadinanza e l'iscrizione alla tribù Emilia. Trasformata in colonia da Augusto, fu fiorente per tutto l'impero.

Invasa dai Longobardi, fu incendiata dai Saraceni nell'846. Questi ultimi la occuparono fino alla sconfitta a opera di papa Giovanni VIII in occasione della battaglia navale del Circeo (877?). La Chiesa concesse quindi l'agro fondano agli ipati bizantini di Gaeta. Fino al 1212 fu di proprietà dei normanni diventando "Contea di Fondi" con la famiglia dell'Aquila. Divenne quindi soggetta al re di Napoli e alla fine del Trecento passò a Loffredo Caetani, nipote di Bonifacio VIII. Il 20 settembre 1378 si riunì in Fondi il conclave scismatico che elesse l'antipapa Clemente VII sotto la protezione di Onorato I Caetani, conte di Fondi. Alla discesa di Carlo VIII, i Caetani persero la contea che passò nelle mani del condottiero Prospero Colonna.

All'alba dell'otto agosto 1532 Kareddin Barbarossa approdò con la flotta a Sperlonga e, guidato da una spia, assalì il 9 agosto Fondi per rapire la contessa Giulia Gonzaga, giovane vedova di Vespasiano Colonna, celebre per la sua bellezza. Giulia si salvò con la fuga, ma la città fu messa a ferro e fuoco e furono deportati molti abitanti. Il feudo passo ai Carafa e subì una nuova aggressione turca nel 1594.

Guidata dai Carafa di Stigliano, poi dai Mansfeld, quindi dai Sangro, a partire dal XVIII secolo soffrì la decadenza e lo spopolamento a causa della malaria per le acque stagnanti nelle pianure. Durante l'occupazione francese infierì il brigantaggio.