Da l'Habana a Vinales
Primo stress mattutino: non trovo la patente! L'ho nascosta troppo bene!!
Con Andrea e Marina andiamo all'agenzia per ritirare la macchina in affitto. Tre ore di attesa, grossa paura di non trovarla, ma alla fine escono fuori due Hatos.
Ci dicono che a dicembre e ad agosto è difficile averle, nonostante la prenotazione. Torniamo a riprendere gli altri.
Nell'attesa, i bambini hanno giocato con una play station cubana (macchine americane anni Cinquanta nelle strade dell'Avana).
Vladimir riesce a prenotarci quattro case particulares a Viñales e ci mettiamo subito in cammino. La periferia dell'Habana è molto bella.
Subito dopo un passaggio a livello, un poliziotto ci estorce 60 CUC accusandoci di non esserci fermati alla barriera incustodita. Una vera truffa e l'unica testimonianza di corruzione in tutti questi giorni.
In un paio d'ore raggiungiamo Viñales. Il paesaggio è splendido e preservato. Poco traffico e tanta gente e animali lungo la strada, discreta, con tante buche solo verso la fine.
Troviamo quattro abitaciones separate, ma siamo costretti a mangiare ognuno nella propria casa perché le famiglie possono ospitare solo coloro che dormono in casa e i figli devono dormire nella stessa casa dove si trovano i genitori.
La cena è ottima: pescado, zuppa di fagioli, insalata di frutta, banane fritte, riso e verdure: la migliore fino ad ora.
A cena con Franco e Mirella, Flavia riesce a mangiare di là.
Dopo cena raggiungiamo gli altri: conosciamo Juan, professore di matematica cubano che quando ha necessità di arrotondare lo stipendio, fa da guida in zona. Ci prospetta la visita del giorno dopo con una piantina disegnata a mano che sembra un'opera d'arte. E' un fidelista sfegatato, molto preparato, ama parlare di politica e ci affascina con il suo loquire.
Prendiamo accordi per l'indomani alle 9,30.
Ci addormentiamo sotto un baldacchino di zanzariere.