Da Roma a New York

1. The Mall
Creato il: 08/01/2010
Data Da: 25/12/2009
Data A: 26/01/2010
Pubblicato: Si
Licenza: Creative Commons License
Nazioni: United States
: Washington

25 dicembre

Partenza alle or 10,45 su un volo della United Airlines. Arriviamo all’aeroporto di Roma Fiumicino, terminal 5, due ore e mezzo prima. Le formalità sono veloci e i controlli molto blandi.

L’aereo è pieno e molto piccolo per essere un volo transcontinentale. Nonostante la scomodità, le dieci ore di volo trascorrono velocemente, anche grazie a un paio di film interessanti.

Arriviamo a Washington verso le 15. La coda per le formalità doganali è lunga, ma comunque ce la caviamo in meno di un’oretta. Fermano invece M. per un vecchio problema non risolto, e i B. sono costretti a rimanere in aeroporto per altre due ore. Noi invece prendiamo un pullman, una metro e un taxi per raggiungere Georgetown, dove si trova il nostro albergo.

Piove a dirotto e iniziamo a essere stanchi. Lasciamo le valigie nelle stanze di quest’albergo molto carino e ceniamo da un vietnamita nelle immediate vicinanze prima di andare a dormire.

 

26 dicembre

Dormiamo 11 ore di fila e recuperiamo subito il fuso. Alle 9,30 ci incontriamo con Mirella alla reception e ci incamminiamo verso il centro. Continua a piovere, ma molto meno intensamente.

In meno di un’ora raggiungiamo il Lincoln Memorial dove rammentiamo l’indimenticabile scena del film "Forrest Gump", con l’amica del protagonista che corre nella fontana della Mall.

Andiamo quindi in pellegrinaggio al memoriale dei caduti del Vietnam, con migliaia di nomi incisi su lastre di basalto. Il cielo è grigio e le gocce di pioggia colano sui nomi. F. dice che sembrano le lacrime dei soldati che piangono.

A qualche centinaio di metri, si colloca invece il memoriale dei caduti nella guerra in Corea, con una ventina di statue a grandezza naturale raffiguranti dei soldati che incedono a fianco di un muro di basalto nel quale sono incisi i volti dei militari. La scenografia è ancor più suggestiva per la neve caduta di recente e ancora non disciolta.

Proseguiamo la passeggiata lungo la Mall, in compagnia di numerosi scoiattoli che ci allietano il cammino. Superiamo l’obelisco e in breve raggiungiamo il Museo dell’Aria e dello Spazio, dove abbiamo appuntamento con il resto del gruppo. Prima di entrare al museo, facciamo un veloce spuntino in una caffetteria al pianto interrato del Museo di Arte Moderna, e poi finalmente iniziamo la visita. Il museo è strapieno di visitatori, ma le sale sono grandi e riusciamo tranquillamente a passare da una sezione all’altra. Come già in passato, la cosa che mi colpisce di più è il Lem, la navetta atterrata sulla luna. Non c’è più invece l’Enola Gay, che è stato trasferito in un altro museo in Virginia.

All’uscita i ragazzi vogliono andare a pattinare in una piccola pista realizzata all’interno di una fontana.

Verso le 19 saliamo nel buio le pendici del Campidoglio, maestoso, e raggiungiamo il quartiere di Capitol Hill per cenare a casa di Emanuela che gentilmente ha invitato anche noi. Vive in una bella casa dei primi del Novecento, disposta su tre piani. Conosciamo anche il marito Jessie, americano di San Diego, redattore di una nota rivista scientifica, dal passato hippie.

Verso le 23 torniamo in albergo con un taxi e scopriamo che Washington è la città dei semafori: uno a ogni incrocio, naturalmente sempre rosso.

 

 

Immagini associate

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1. The Mall. Air and Space Museum
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1. The Mall. Memoriale coreano
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1. The Mall. Memoriale del Vietnam
1. The Mall. Memoriale del Vietnam
1. The Mall. Memoriale del Vietnam
1. The Mall. Memoriale del Vietnam
1. The Mall. Memoriale del Vietnam
1. The Mall. Memoriale del Vietnam
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