13-14 agosto 2006. Lisbona

Portogallo_Lisbona_Torre del Belem
Creato il: 30/06/2009
Data Da: 13/08/2006
Data A: 14/08/2006
Pubblicato: Si
Licenza: No
: Portogallo
Posti visitati: Lisbona
Parole chiave: Oceanario, Parque des Nacoes, Electrico 28, Mosteiro dos Geronimos, pastéis de Belem, Antigua Confiteria de Belem, Torre de Belem

Dopo una ricca colazione in hotel, l’Hotel Almirante manda una navetta a prelevarci. Pur essendo di una categoria inferiore al “rimpiazzo” della prima notte, l’Hotel Almirante è confortevole e in buona posizione, con vicino la stazione Anjos della metropolitana. La camera che ci hanno assegnato è spaziosa, dal 9 piano c’è una bella vista sui tetti di via Almirante Reis.

Scarichiamo i bagagli e iniziamo la visita della città. Alla stazione della metro acquistiamo i biglietti e dopo poche fermate arriviamo a Baixa-Chado: passeggiamo lungo Rua Augusta fino alla rua de Arsenal dove prendiamo il tram n. 15 in direzione Belem. La domenica fino alle 14.00 l’ingresso ai monumenti è gratuito: ci mettiamo in fila per salire alla Torre del Belem. Il serpentone si crea perché le scalette a chiocciola che portano in cima sono molto strette e si devono percorrere sia in salita che in discesa, ed è impossibile fare le due cose contemporaneamente, così ti capita di ritrovarti spalmato lungo le pareti per far passare chi scende con passo malfermo sui gradini minuscoli e sui tuoi piedi! Una volta raggiunta la terrazza si gode però una bella vista sul fiume Tejo, sul ponte Vasco da Gama e sul quartiere Belem.
Dal Belem camminiamo fino al Monumento ai Conquistatori e da lì ci dirigiamo per uno spuntino all’Antigua Confiteria de Belém, un posto citato in ogni guida e consigliatoci da parenti e amici che ci sono stati.
Le sale interne si susseguono piene di gente seduta ai tavoli. Riusciamo a trovare un posto e immergiamo il naso nel menu, per scegliere alla fine 2 panini con prosciutto e formaggio, uno col tacchino, due quiches al prosciutto, una ai funghi, acqua, caffè (non granché quest’ultimo) e soprattutto doppia porzione di pastéis de Belém, i dolcetti tipici che hanno reso famosa questa confiteria a Lisbona e in tutto il mondo: pasticcini di pasta sfoglia, cotti in forno e serviti caldi, con una crosticina croccante e un ripieno di crema calda, spolverizzati di cannella e zucchero a velo. Costo del pranzo per 4 persone: € 25,00. All’interno del locale, una vetrata separa il pubblico dal laboratorio dove vengono preparate queste leccornie: donne con camici e cuffiette impastano, ritagliano le formine, versano il ripieno e infornano, per la gioia degli spettatori.
Rifocillati dalla pausa godereccia ci dirigiamo al Monasteiro dos Jeronimos. C’è un po’ di fila per entrare ma è abbastanza scorrevole: paghiamo i 3 euro di ingresso ed entriamo subito nel chiostro meravigliosamente intarsiato, un vero “merletto” di pietra. Ogni colonna ha il suo tema (religioso, regale o naturalistico), ogni piccolo spazio è lavorato e niente è lasciato disadorno. Il colore chiaro cattura la luce dall’alto e dà riflessi caldi alla fontana e al prato al centro del chiostro. L’interno della chiesa non è meno suggestivo: alte vetrate, colonne ancora più imponenti, intarsiate anche queste, l’alto coro e sotto le tombe di Vasco da Gama e Luis de Camoes.
Usciti dal Monastero, dato che è pomeriggio inoltrato, decidiamo di prendere un taxi fino al capolinea dell’Electrico 28. Il tassista, continuando a parlare in portoghese, ci fa capire che sul tram dobbiamo fare molta attenzione perché è molto facile subire scippi mentre si è distratti a sbirciare il panorama fuori dal finestrino. La guida ci aveva avvertito di prendere con molta pazienza e filosofia il giro in tram, per via delle lunghe attese e degli ostacoli che possono rallentare se non bloccare del tutto la corsa di questo tram giallo storico ma ancora molto utilizzato non solo dai turisti ma anche dai lisbonesi. In effetti il tram arriva alla nostra fermata dopo più di mezz’ora di attesa, durante la quale qualche vecchietta ci è pure passata davanti.
Il biglietto si può fare a bordo (€ 1,20). Nonostante le vecchiette, riusciamo a sederci. Il tram ci porta in giro per le salite e discese della città, passando a volte a pelo di macchine e muri delle case, incurante nel suo percorso di cose e persone che al suo passaggio devono appiattirsi in ogni spazio e nicchia disponibile per non essere schiacciati o trascinati via! Il tram percorre anche la via Almirante Reis, quella del nostro albergo, in cui rientriamo per una rinfrescatina prima di cena.
Quando riscendiamo, abbiamo già in mente una meta: un ristorante consigliatoci da un’amica e presente anche sulla nostra guida. Visto che siamo in 4, abbastanza stanchi a fine giornata, e visto il costo in fondo non proibitivo, prendiamo un taxi fino in centro. In Rua Portas de Santo Antao al n. 58 si trova la Casa do Alentejo. Anche qui c’è una discreta fila di persone che aspettano il turno fino in strada: finalmente ci sediamo in una bella sala con camino e con le pareti ricoperte di azulejos che raffigurano scene di vita campestre alentejana. L’atmosfera è piacevole, il tavolo è spazioso. Dal menù scegliamo orecchie di maiale, formaggio, prosciutto, salame olive, vino Marques de Borba (Alentejo), insalata di baccalà e maiale all’Alentejana, servito con le vongole!. Costo della cena € 90,10 euro per 4 persone. Stanchi e un po’ brilli per il buon vino, ce ne torniamo in albergo in taxi.
Il giorno seguente, dopo la colazione, alla stazione della metro compriamo un biglietto giornaliero (7 colinas) che al costo di € 3.80 consente corse illimitate su metro, bus e tram.
Decidiamo di visitare la parte più nuova e moderna di Lisbona, il Parque das Naçoes, e in particolare l’Oceanario. Dalla fermata Anjos dopo due fermate cambiamo linea e prendiamo la “linea vermiglia” che in 5 fermate fa capolinea alla Stazione Oriente. Già la stazione del metro appare ultramoderna, con piastrelle colorate e dipinte con fumetti e un’architettura avveniristica.
Dalla stazione si attraversa il Centro Commerciale Vasco da Gama, la cui architettura richiama il motivo del mare e dell’acqua: notiamo ad es. che il tetto del centro è una cupola di vetro trasparente in cui scorre continuamente un getto d’acqua. Del resto tutto il quartiere appare come “ispirato” da un motivo marittimo: fontane d’acqua con giochi spettacolari, palazzi costruiti a imitazione di vele di navi rivolte verso l’acqua e l’orizzonte. Decisamente impressionati, ci mettiamo in fila all’ingresso all’Oceanario: c’è molta gente, soprattutto famiglie con bambini. Finalmente entriamo anche noi e ci immergiamo in questo mondo sommerso, in cui hanno ricreato le condizioni ambientali e di vita dei cinque continenti: una vasca centrale gigantesca, dove nuotano in tondo – in modo un po’ ripetitivo e alienante in realtà – pesci di ogni dimensione, forma e colore: c’è una manta enorme, un pesce palla, pesci luna, squali, delfini, miriadi di specie diverse che sembrano pezzi di una giostra incantata, tutti con lo sguardo un po’ annoiato. La cosa strana è la convivenza nello stesso spazio di specie predatrici e altre che nel mondo reale sarebbero già finite maluccio: qui nuotano le une vicine alle altre, sembrano non vedersi neppure, viene il dubbio che le sagome che appaiono davanti agli occhi in quella vasca non siano reali ma proiezioni fittizie…ad un certo punto spunta un sub in muta nera che nuota tra i pesci, dev’essere il momento della distribuzione del mangime o del controllo della vasca.
Finita la visita prendiamo uno spuntino dolce ad una gelateria proprio all’uscita e decidiamo di prendere la teleferica che dal lungo Tejo porta con un giro panoramico sul Parque fino alla Torre che, guarda caso, si chiama Vasco da Gama. La Torre, ahinoi, è chiusa al pubblico per ristrutturazione, peccato. Torniamo indietro sempre con la teleferica e ammiriamo l’immenso ponte Vasco da Gama stendersi sul fiume fino ad oltre l’orizzonte, i giardini a tema proprio sotto di noi, con statue costruite nell’acqua a mo’ di bagnanti intenti a prendere il sole, il Padiglione Atlantico e l’Oceanario.
La sera, col metrò arriviamo al Rossio. Passeggiamo per Praça Dom Pedro IV, Rua Augusta, Praça Figueira e saliamo fino a Rua da Trinidade per sperimentare un posto consigliato dalla guida e da vari diari di viaggio online che abbiamo studiato nei tre mesi precedenti la partenza. La Cervejaria da Trinidade, ex refettorio di un antico convento e la più antica birreria del Portogallo. Anche qui c’è una lunga fila di persone in attesa di un tavolo: ci accodiamo anche noi e nell’attesa beviamo una birra chiara Sagres che si può prendere al bancone lì vicino mantenendo il posto in fila e intanto ammiriamo il locale, le pareti piastrellate e il grosso libro all’entrata della sala da pranzo che spiega l’origine e la storia della birreria. Dopo una buona mezz’ora finalmente è il nostro turno.

Immagini associate

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